Secondo le ultime stime della School of Management del Politecnico di Milano, l’introduzione a regime della fattura e dei pagamenti elettronici, dell’ e-procurement e della gestione e conservazione informatica degli atti amministrativi potrebbe permettere di risparmiare 20 miliardi di euro in 3 anni, ai quali andrebbero ad aggiungersi altri 3 miliardi in entrata.
Le stime sono state presentate in occasione della rassegna Smau, svoltasi lo scorso autunno a Milano e pubblicate dal Corriere delle Comunicazioni. Sono soprattutto quattro i settori chiave indicati dal Politecnico di Milano come cruciali per garantire notevoli risparmi:
- e-procurement
Ipotizzando di utilizzare l'e-procurement per gestire il 30% degli acquisti della PA, si otterrebbero benefici pari a circa 5 miliardi di euro all'anno, senza considerare i risparmi dovuti all’aumento della produttività del personale addetto agli acquisti. Oggi solo il 5% degli acquisti della PA è digitale. - fattura digitale
Nell’ipotesi che si renda obbligatoria la fatturazione elettronica nei confronti della PA, si potrebbero ottenere risparmi diretti pari a 1 miliardo di euro per la PA e 1 miliardo di euro per i fornitori della PA e ulteriori 3 miliardi se si diffondesse la fatturazione elettronica anche nel 20% dei rapporti tra imprese. - pagamenti elettronici
Ipotizzando che si utilizzino al 30% canali di pagamento elettronico per IMU/ICI, Tarsu, Multe, Bollo Auto, si stima un risparmio per la PA di circa 0,6 miliardi di euro l'anno. - dematerializzazione connessa ai processi di e-government
Un incremento efficace del tasso di digitalizzazione dei processi tipici della nostra PA, sia interni che di interazione con i cittadini e le imprese, potrebbe portare un aumento della produttività del personale del 10%, con un potenziale risparmio di 15 miliardi di Euro all’anno.
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