Il tema viene affrontato da Anne Thurston, direttrice della International Records Management Trust, in una intervista pubblicata sul sito dell’Unesco a margine della conferenza internazionale The Memory of the World in the Digital Age: Digitization and Preservation”, svoltasi in Canada.
 	Nell’intervista, la Thurston evidenzia l’importanza di sviluppare standard e regole che permettano di conservare e rendere accessibili i dati nel lungo periodo e sottolinea come i record, sia quelli nati direttamente in digitale, sia quelli tradotti in questo linguaggio da formati cartacei o di altro genere, siano estremamente vulnerabili e necessitino perciò di adeguate attenzioni per essere preservati e tramandati nel tempo.
 	La Thurston si sofferma anche sull’importanza delle tecniche di conservazione digitale per l’affermazione e la tutela dei diritti umani.
 	“Se i governi non gestiscono con cura ed efficacia i dati, non possono essere considerati affidabili. È facile in quel caso disinformare, nascondere i crimini e la corruzione, e occultare la verità. In questo modo si impedisce alla giustizia di fare il proprio corso e i diritti umani non vengono tutelati. Ad esempio i cittadini non possono dimostrare di avere subito trattamenti iniqui, né difendersi da false accuse”.
 	A tale proposito, vien citato il progetto internazionale “Open Government Partnership”, promosso a partire dal 2011 per favorire la promozione dei diritti umani attraverso la cultura della trasparenza e ricorda che ad oggi 57 Paesi hanno aderito all’iniziativa.
Via Saronno 165 – 21042 Caronno Pertusella (VA)
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