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Albo Pretorio Pubblica Amministrazione Online: lo stato della situazione

By Aprile 4, 2016No Comments2 min read
Da una recente indagine ANORC emerge una situazione critica rispetto alla pubblicazione degli atti amministrativi all'albo on line delle PA italiane.
L’articolo 32 della Legge 69/2009 ha incentivato il progressivo superamento della forma cartacea imponendo agli enti pubblici di pubblicare sui propri siti istituzionali gli atti e i provvedimenti amministrativi, allo scopo di garantire il rispetto degli obblighi di pubblicità legale.
Uno degli strumenti con i quali gli enti locali sono tenuti a espletare tale servizio è la pubblicazione dei documenti nell’albo pretorio - che da luogo fisico di affissione è divenuto una sezione dedicata della pagina del sito istituzionale - secondo tempistiche e con requisiti formali precisi. Attraverso un’interfaccia web, il cittadino può in questo modo consultare bandi di gara, avvisi, provvedimenti e pubblicazioni di matrimonio.
Affinché sia possibile ritenere l’atto autentico e integro e ne sia garantita l’immodificabilità, è assolutamente necessaria l’apposizione della firma digitale del Responsabile del procedimento di pubblicazione – capace così di attestare con certezza la provenienza e la conformità del documento all’originale, sigillandolo appunto con l’unico strumento consentito dalla normativa primaria (ai sensi dell’art. 24 comma 2 del Codice dell’amministrazione digitale) - e l’utilizzo di un formato idoneo anche all’archiviazione e alla conservazione del documento nel lungo periodo.
Quello che invece spesso succede – anche secondo quanto emerso dalla già citata indagine sui siti della PA, condotta dall’ANORC - è di trovarsi a visualizzare nell’Albo una copia informatica di un documento analogico (quindi acquisita con un semplice processo di scansione), magari nel formato proprietario e ormai superato .doc e comunque sprovvista della firma digitale del pubblico ufficiale che ne attesti la conformità all’originale. 
Il rischio è l’inesistenza giuridica di ciò che si pubblica senza rispettare le precise regole imposte dalla normativa (oltre la possibilità di effettuare illeciti trattamenti di dati personali).
L’obiettivo a cui tendere è sicuramente quello della produzione di documenti nativi digitali, che possano quindi essere acquisiti, distribuiti e gestiti dai vari uffici in modo automatizzato e accuratamente archiviati e resi accessibili agli utenti in modalità elettronica.
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