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Eyebeam: insegnamenti sulla conservazione

By Novembre 22, 2013No Comments4 min read

Per salvare dati e contenuti digitali dai disastri occorre essere preparati ad affrontarli. Lo sostiene Tess Webre, del National Digital Information Infrastructure and Preservation Program della Library of Congress, facendo riferimento al recupero di un archivio digitale seriamente danneggiato dall'uragano Sandy.

La storia riguarda il centro newyorchese di arti e tecnologie Eyebeam. La sede dell’associazione nella zona di Chelsea fu allagata a seguito del passaggio dall’uragano Sandy e subì non pochi danni sia ai propri edifici e beni fisici, sia ai server che contenevano numerose opere digitali. Di ciò si parlò in modo dettagliato sul sito Hyperallergic, mettendo in risalto anche le iniziative messe subito in campo per limitare i danni, e in particolar modo per provare a salvare il prezioso patrimonio digitale del centro. A queste iniziative presero parte volontari, accademici e anche gli stessi artisti legati in qualche modo alle attività di Eyebeam, compreso il videomaker John Maynard, autore di un filmato nel quale furono documentate le varie fasi dell’operazione di recupero e messa in sicurezza dei file e delle opere.

Oggi, a quasi tre mesi dall’evento, Tess Webre torna a parlare delle vicenda su The Signal, spiegando che tutti questi sforzi hanno portato a salvare più di 1.500 media digitali ed analogici contenenti opere e materiali artistici accumulatisi negli archivi di Eyebeam nel corso dei propri 15, intensi anni di storia.
Partendo dall’happy end, Tessie Webre sottolinea però come non sempre vicende di questo genere si concludano in maniera positiva, e raccomanda nel prosieguo dell’articolo di prepararsi in tempo, per evitare che terremoti, inondazioni o altri tipi di disastri, non necessariamente digitali, rischino di cancellare quanto da noi sempre più spesso prodotto e condiviso sui media digitali. E l’unico modo per essere realmente preparati, sostiene l’esperta prima di fornire una serie di consigli e indicazioni sull’argomento, è puntare con forza su adeguate strategie di conservazione a lungo termine:

  • Il primo passo di qualsiasi piano di conservazione digitale consiste in una razionale e sistematica organizzazione dei dati. Cominciate classificandoli in maniera univoca, decidendo quali si meritano di essere conservati e attribuendo a questi ultimi nomi e metadati descrittivi appropriati. Per ulteriori informazioni a riguardo, potete consultare i consigli sul personal digital archiving realizzati dal National Digital Information Infrastructure and Preservation Program (NDIIPP).
  • Definire scenari di possibili disastri che potrebbero danneggiare i dati, cercando di lasciare libera l’immaginazione quanto più possibile. Ad esempio si potrebbe trattare di disastri naturali o causati dall’uomo, guasti che riguardano l’hardware, errori di rete, attacchi esterni alla sicurezza dei network, problemi coi software e i supporti, o ancora l’obsolescenza dei dati. Ricordate che basta un attimo perché i dati vadano persi per sempre. Mentre definite questi scenari, pensate sempre a quello potenzialmente peggiore, e prendete in considerazione proprio quello per la definizione delle vostre soluzioni.
  • Trovate il modo di salvare copie dei vostri dati in più posti. Potrebbe essere molto utile anche trovare un archivio digitale gestito da terzi dei quali ci si fida, e conservare anche lì delle copie master. Definite anche una routine per il backup dei dati e attenetevi ad essa scrupolosamente.

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