Assistenza clienti

Assistenza Copying
Skip to main content
News

Storage digitale, nuovi esperimenti sul DNA

By Ottobre 9, 2013No Comments3 min read

I ricercatori britannici dell’European Bioinformatics Institute hanno annunciato sulla rivista Nature di essere riusciti a memorizzare sotto forma di filamento sintetico 154 sonetti di Shakespeare, la traccia audio del discorso sul “sogno” di Martin Luther King, alcune foto del loro istituto, e lo storico articolo firmato da Watson e Crick che diede il via agli studi sul DNA.

“Questo nuovo metodo – si legge nell'articolo – permetterebbe di registrare 100 milioni di ore di video ad alta definizione in una tazzina di materiale organico. Per dare una misura: un grammo di acido deossiribonucleico potrebbe contenere un numero di informazioni equivalente a quelle stipate in più di un milione di CD.
Oltre a ciò, nessun supporto di memoria attualmente disponibile può competere con la capacità di resistenza nel tempo e agli sbalzi elettromagnetici della struttura che compone il codice genetico. ‘Sappiamo già che il Dna è un metodo efficace per memorizzare le informazioni, perché siamo in grado di estrarlo da ossa di mammut - che risalgono a decine di migliaia di anni - e di ricostruirne il senso’, ha dichiarato Nick Goldman, uno degli scienziati dell’EMBL-EBI. Inoltre, “è incredibilmente piccolo, denso, e non necessita di alcuna energia per la conservazione’”.
L'articolo aggiunge che l’esperimento ha portato a lavorare su 153 mila filamenti sintetici, “non più grandi di un granello di polvere”. Nell’articolo si precisa però che i costo per la memorizzazione delle informazioni sono ancora proibitivi: salvare su DNA un megabyte di informazioni richiede secondo i ricercatori un investimento di 12.400 dollari, ai quali occorrerebbe sommarne altri 200 per leggere i dati.
“Un costo compatibile, per ora – precisa la news – solamente con le esigenze di ‘archivi a lunga scadenza e con bassa frequenza di accesso, come quelli storici e governativi’. E anche in futuro, è evidente che questa tecnologia servirà a proteggere principalmente i cosiddetti Big Data, l’enorme massa di informazioni aggregate resa disponibile dalla digitalizzazione e dalla Rete”.

Clicca qui per scoprire il nostro Servizio di Conservazione digitale

Per maggiori informazioni o per chiedere un incontro, potete chiamare il numero verde